Come la comunicazione non verbale può cambiare l’esito di un colloquio…
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Come la comunicazione non verbale può cambiare l’esito di un colloquio…

Il 55% della comunicazione in un colloquio passa dal linguaggio del corpo. Quanto ci investono le aziende?

Quando si parla di colloquio di lavoro, la mente corre subito alle parole giuste da dire, alle esperienze da raccontare e alle competenze da valorizzare. Eppure, ciò che più influisce sulla prima impressione non si esprime con la voce: è la comunicazione non verbale.

🔍 Il potere del linguaggio del corpo

Secondo diversi studi, solo il 7% della comunicazione è verbale, mentre il 55% è legato al linguaggio del corpo (gesti, postura, espressioni facciali) e il 38% al tono e al ritmo della voce.
Questo significa che, durante un colloquio, anche un semplice gesto può rafforzare o indebolire un messaggio.

Un sorriso sincero, una stretta di mano decisa o una postura aperta possono comunicare fiducia, sicurezza e disponibilità, mentre braccia incrociate, sguardo basso o movimenti nervosi possono trasmettere insicurezza o chiusura.

🤝 Le aziende lo sanno (e lo osservano)

I recruiter sono sempre più attenti alla comunicazione non verbale. Durante un colloquio, osservano come un candidato entra nella stanza, come si siede, come gesticola e come mantiene il contatto visivo.
Questi dettagli aiutano a valutare soft skills fondamentali come l’autocontrollo, la capacità relazionale e l’attitudine al team working.

Non a caso, molte aziende stanno investendo in formazione specifica per i recruiter, volta a interpretare correttamente la comunicazione non verbale ed evitare bias di valutazione.
Anche i colloqui video (sempre più diffusi) hanno spinto le imprese a studiare nuovi indicatori: dal tono di voce alla gestione dello sguardo davanti alla webcam.

💡 Come migliorare la propria comunicazione non verbale

Per chi affronta un colloquio, la buona notizia è che la comunicazione non verbale si può allenare. Ecco alcuni consigli pratici:

  1. Postura aperta e rilassata: schiena dritta, spalle distese e mani visibili sul tavolo.
  2. Contatto visivo: guardare l’interlocutore senza fissarlo, mostrando attenzione e interesse.
  3. Espressione del viso: un sorriso naturale aiuta a trasmettere empatia e positività.
  4. Gesti coerenti: accompagnare il discorso con movimenti controllati, senza esagerare.
  5. Gestione dello spazio e del tono di voce: mantenere una distanza adeguata e un tono fermo ma cordiale.

🧭 E le aziende? Quanto investono davvero?

Sempre più organizzazioni stanno comprendendo che la comunicazione non verbale è parte integrante della cultura aziendale.
Corsi di formazione, sessioni di role playing e programmi di sviluppo delle soft skills stanno diventando strumenti chiave per migliorare la qualità dei colloqui e delle relazioni interne.

Non si tratta solo di “leggere” i candidati, ma anche di insegnare ai manager a comunicare meglio, riducendo incomprensioni e creando un ambiente di lavoro più empatico e collaborativo.


In un mondo del lavoro dove le competenze tecniche contano sempre, ma le soft skills fanno la differenza, la comunicazione non verbale è un elemento che può davvero cambiare l’esito di un colloquio.
Capirla, usarla e interpretarla correttamente è una forma di intelligenza relazionale che porta valore tanto ai candidati quanto alle aziende.


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Perché anche un gesto può raccontare più di mille parole.

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